Kò, viaggio in Myanmar di Giacinto Cosenza e Davide Ferrario - Sorai Edizioni, 2006

Kò, viaggio in Myanmar
foto di Giacinto Cosenza, testi di Davide Ferrario
a cura di Sandro Iovine
art director di Alessandro Bisquola
156 pagine - 22x22cm - 80 fotografie a colori
testi in italiano e inglese
Edizioni Sirai
Prezzo 19,50 euro


© Mauro Querci

Introduzione
KO'

Kò è la parola con cui il popolo birmano indica il numero nove e che letteralmente significa chiedere protezione agli Dei. Non è dunque un caso che le offerte in Myanmar vengono spesso tributate in relazione a questo numero e che praticamente tutti venerino il nove, al quale viene attribuita una valenza mistica.

Durante il nostro viaggio il nove lo abbiamo incontrato sia nei rituali hinduisti che si mescolano al buddhismo theravada che nella storia di questo paese che vide cadere in miseria, nel 1987, molti dei suoi abitanti solo perché l'imperatore di quel tempo, Ne Win, ossessionato dalla numerologia, decise di sostituire le banconote correnti con altre nuovissime, ma le cui cifre fossero divisibili per il suo numero prediletto: il nove.

Per noi, prima di vivere questa avventura, il nove rappresentava più di tutto i mesi della gestazione necessari per dare alla luce una nuova vita. Un'esperienza emozionale molto profonda che comporta una regressione alle sensazioni più semplici e primitive dell'uomo. Un' esperienza, scopriremo al nostro rientro in Italia, per certi versi paragonabile a quella scandita da queste nove tappe di viaggio, oggetto di questo libro, che ci hanno consentito di conoscere più a fondo il popolo invisibile del Myanmar.

Il punto di partenza e di arrivo coincidono con la Shwedagon Pagoda a Yangon, simbolo del buddhismo e sacro collante di una nazione tra le dieci più povere al mondo.

Negli anni passati, di ritorno da altri viaggi, non ci siamo mai voltati indietro neanche per un secondo, tanto eravamo indaffarati a vivere il futuro. Questa volta abbiamo deciso di riprender fiato, di non dimenticare, di rivivere e scrivere. In queste pagine oggi capiamo tanti perché, ritroviamo le strade e i volti che ci hanno portato ad essere quello che siamo e che ci auguriamo possano essere uno spunto affascinante per chi vuole avvicinarsi a questo popolo.