Kò, viaggio in Myanmar di Giacinto Cosenza e Davide Ferrario - Sorai Edizioni, 2006

Kò, viaggio in Myanmar
foto di Giacinto Cosenza, testi di Davide Ferrario
a cura di Sandro Iovine
art director di Alessandro Bisquola
156 pagine - 22x22cm - 80 fotografie a colori
testi in italiano e inglese
Edizioni Sirai
Prezzo 19,50 euro



YANGON
Camminiamo a vuoto, un misto di stanchezza e insofferenza per l'afa rende faticoso ogni nostro movimento, misuriamo cosi i passi e stancamente ci togliamo le scarpe davanti allo sguardo minaccioso dei draghi all'ingresso della paya.

Il luogo più sacro di tutto il Myanmar, "a beautiful winking wonder" come scrisse Kipling, la Shwedagon Paya è in cima alla scalinata. E' un luogo di incontro, di preghiera, di vita non solo spirituale. Non passiamo inosservati, come accadrà poi per tutto il nostro viaggio. La generosità mista a necessità spinge Boo a venirci incontro, si avvicina, cominciamo a parlare. Tutto quello che verrà dopo sarà il suo dono, l'introdurre e condurre i suoi ospiti in un mondo che non si accorgono di guardare troppo dal di fuori.

Boo ci svela dunque i misteri che si celano dietro i rituali sacri, come quello del versare sull'effige del Buddha tanti bicchieri d'acqua quanti gli anni già vissuti più uno per assicurarsi una lunga vita, ci sottolinea poi la compostezza dei fedeli in meditazione, il rosa delle monache ed il rosso cupo dei monaci, il perché dell'oro e delle pietre luccicanti della nella Shwedagon. Con lui ci sentiamo sicuri anche se lontani.

Boo non ha mai conosciuto altra città se non Yangon e questa pagoda è la sua casa, è il bene più prezioso che possiede.

Le sue preghiere e speranze si intrecciano con quelle dei numerosi fedeli che affollano questo luogo, tra le punte dorate, l'incenso e le campane sacre.

I draghi all'ingresso custodiscono da tempo immemore tutto questo.