OLTREMARE
L'appuntamento con la Mostra OLTREMARE: itinerari di architettura in Libia, Etiopia, Eritrea rappresenta un elevato momento di aggregazione culturale e nel contempo di valorizzazione dell'Architettura delle città nuove dell'Agro Pontino, come nel caso di Sabaudia, Latina, Pontinia e delle altre sparse per l'Italia.Per anni questo tipo di progettazione urbanistica è stata ingiustamente messa all'indice, lasciando un vuoto ed in qualche caso permettendo che gli edifici, costruiti intorno agli anni Venti e Trenta, venissero trascurati, per non dire abbandonati sotto l'aspetto di un eventuale restauro o recupero. Il forte interesse culturale affermatosi negli ultimi tempi, nei riguardi delle avveniristiche opere realizzate, ha sollecitato gli Enti Pubblici, Ministero dei Beni Culturali e regione Lazio, ad osservare con una visione diversa tutto quello che è stato costruito intorno a quel periodo, anche se c'è ancora molto da fare in quel senso. Il percorso, come è noto a tutti, non si ferma solo alle progettazioni territorio italiano, ma è collegato a tutto quanto realizzato fuori dall'Italia come nel caso delle ex colonie italiane Libia, Etiopia, Eritrea.
Donata Pizzi e Giorgio Muratore con la grande capacità professionale che contraddistingue entrambi, nei mesi scorsi mi hanno presentato un piano di lavoro rivolto alla realizzazione della Mostra fotografica Oltremare, itinerari di architettura in Libia, Etiopia, Eritrea che ho subito accolto, vista la particolare materia trattata unita alla validità dei contenuti proposti.I luoghi più importanti presi in esame sono per l'appunto le città di Tripoli, Bengasi, Asmara, Gondar e di queste sono stati rappresentati i maggiori complessi pubblici : scuole, palazzi comunali, chiese, moschee e privati, come nel caso di abitazioni o alberghi. Un consistente patrimonio fotografico e storiografico che è stato selezionato per la composizione dell'odierna Mostra. Un modo davvero intelligente per indicare all'esterno e soprattutto agli organismi internazionali competenti il valore di quelle costruzioni e nel contempo l'esigenza di dover provvedere alla tutela e al restauro delle stesse.
La nostra città con la presentazione della mostra Sabaudia 1934, il sogno di una città nuova e l'architettura razionalista si è voluta porre questa problematica ed auspica che le leggi, a cominciare da quella Regionale sulla Città di Fondazione, possano dare un effettivo contributo alla preservazione del consistente patrimonio architettonico.
Ringrazio vivamente Donata Pizzi e Giorgio Muratore per il lavoro profuso rivolto a definire un altro evento culturale di valore e nello stesso tempo tutti coloro che hanno dato la propria disponibilità per la riuscita della mostra e per la composizione del catalogo, testimonianza reale ed efficace dell'intera problematica.

Salvatore A. Bellassai
Sindaco di Sabaudia